La storia della Biblioteca

La Biblioteca di Voltaire è l’unica biblioteca di un autore del secolo dei Lumi ad essere rimasta integralmente preservata.

Subito dopo la morte di Voltaire, Caterina II decise di acquistarne la biblioteca, desiderando rinsaldare agli occhi di tutta Europa la propria reputazione di sovrana tollerante ed illuminata.

Voltaire. Pittore ignoto.
Voltaire. Pittore ignoto.

Prima metà del XIX secolo. Dal ritratto di Maurice Quentin de Latour.

Il Castello di Ferney
Il Castello di Ferney
Caterina II. Pittore ignoto.
Caterina II. Pittore ignoto.

Dal ritratto di P. Rotari.

Caterina annunciò di voler ricostruire nel suo Palazzo d’estate, Tsarskoye Sélo, una replica esatta del Castello di Voltaire – la dimora di Ferney, situata in prossimità della frontiera tra Francia e Svizzera (all’epoca, Repubblica di Ginevra) dove Voltaire trascorse gli ultimi venti anni della propria vita – ed installarvi anche la biblioteca personale del filosofo.

«Per cortesia fatemi avere il disegno della facciata del castello di Ferney e, se possibile, la planimetria interna con la distribuzione degli appartamenti. Perché il parco di Tsarskoye Selo non esisterà affatto, oppure vi troverà posto il castello di Ferney. È inoltre necessario che io sappia quali appartamenti del castello sono rivolti a nord e quali a sud, est ed ovest, ed è altrettanto essenziale sapere se dalle finestre del castello e da quale lato si vede il lago di Givevra, così come il Monte Jura», scrisse al suo agente letterario e politico in Europa, il Barone Friedrich Melchior Grimm. Poiché tuttavia questo suo progetto non fu mai realizzato, Caterina si accontentò di acquistare i libri ed i manoscritti del filosofo.

Madame Denis, nata Marie-Louise Mignot. 1737.
Madame Denis, nata Marie-Louise Mignot. 1737.

Attribuito a Charles-André van Loo

La biblioteca le fu ceduta da Marie-Louise Denis, nipote ed erede universale di Voltaire. Al termine delle contrattazioni, condotte da F.M.Grimm e Ivan Chouvalov, costei ricevette la considerevole somma di 135.398 libbre, 4 soli e 6 denari tornesi, equivalenti a 30.000 rubli d’oro, ed in regalo un baule contenente pellicce e gioielli ed un ritratto dell’Imperatrice incorniciato da diamanti.

Nel 1779 la biblioteca fu trasportata via terra fino a Lubecca, e da lì a San Pietroburgo con un naviglio appositamente noleggiato da Caterina II.

L’incarico di provvedere all’imballaggio ed al trasferimento della biblioteca fu affidato a Jean-Louis Wagnière, segretario e fedele amico di Voltaire. Uomo di fiducia dello scrittore, Wagnière veniva posto sempre a conoscenza di ogni suo progetto e ne conosceva perfettamente la biblioteca, della quale aveva anche preso parte alla catalogazione, quel Catalogo di Ferney il cui manoscritto è oggi conservato presso la Biblioteca nazionale di Russia.

Wagnière dispose i volumi in una delle sale adiacenti agli appartamenti di Caterina II nel Palazzo d’Inverno (attuale sede del Museo dell’Ermitage) e ne consegnò le chiavi ad Alexandre Loujkov, bibliotecario accreditato dell’Imperatrice, uomo erudito, ottimo traduttore in lingua russa dal francese e dall’inglese. Ricevuti parecchi doni ed ottenuto un vitalizio, Wagnière ripartì per la Francia all’inizio del 1780.

Deceduta nel 1796 Caterina II, Loujkov rassegnò le proprie dimissioni al nuovo Imperatore: la biblioteca rimase all’Ermitage, dove le fu riservato un nuovo allestimento, al disotto delle «Logge di Raffaello».

La biblioteca veniva allora presentata ai visitatori stranieri come una delle curiosità della Capitale russa. Sotto il regno di Nicola I, che considerava Voltaire il distrutttore dell’ordine sociale dell’Ancien régime, venne chiusa al pubblico: solamente il poeta  Alexandre Puskin, avendo ottenuto la carica di storiografo, vi poté accedere in virtù di un’autorizzazione straordinaria. Il 24 febbraio 1832 aveva infatti chiesto al Comandante della Gendarmeria, Alexandre Benkendorf, il permesso di «consultare la biblioteca di Voltaire, che aveva utilizzato libri e manoscritti rari inviatigli da [Ivan] Chouvalov al fine di redigere la sua Storia di Pietro il Grande, che si trova all’Ermitage».

Voltaire.
Voltaire.

Disegno di Aleksandr Puskin

Puskin s’interessò soprattutto ai manoscritti inviati a Voltaire dagli accademici di San Pietroburgo ed ai Russica – opere concernenti la Russia – ma consultò anche molti altri volumi e fece copia di estratti del catalogo realizzato all’Ermitage.

Nel 1837 un Ministro della Corte ordinò: «Senza permesso scritto, nessuno, eccetto i membri della famiglia imperiale, può ottenere in prestito i libri della biblioteca dell’Ermitage; coloro che desiderano condurre ricerche scientifiche saranno autorizzati a lavorare nella biblioteca ed a prendere delle note, ma è proibito consultare i libri delle biblioteche di Voltaire e di Diderot, o di farne degli estratti».

Durante il regno di Nicola I una tacita censura venne imposta ad ogni citazione sulla stampa della biblioteca di Voltaire, nonostante alcuni articoli sul filosofo di Ferney apparissero talvolta sui periodici russi.

Oggetto di una riprovazione del tutto particolare sembra peraltro essere stata la statua di Voltaire seduto, opera di Jean-Antoine Houdon, allocata nei pressi della biblioteca di Ferney. Il bibliofilo Rudolf Minzlov scrisse nella sua Passeggiata nella Biblioteca pubblica imperiale che «sotto l’imperatore Nicola I quell’amico di Caterina non rientrava più nel novero degli ospiti preferiti del Palazzo d’Inverno. Veniva spostata da un angolo all’altro ma, nonostante ciò, per uno scherzo del caso questa statua di marmo continuava a cadere sotto gli occhi dell’Imperatore». Il famoso sorriso di Voltaire aveva talmente esasperato Nicola I che ordinò di «portare via la vecchia scimmia»!

La statua abbandonò da allora l’Ermitage, dapprima per trovare posto nelle cantine del Palazzo di Tauride e poi per raggiungere, nel maggio del 1862, i libri del filosofo, che erano stati appena sistemati nella Biblioteca pubblica imperiale (l’attuale Biblioteca nazionale di Russia).

L’allestimento della Biblioteca di Voltaire presso la Biblioteca pubblica imperiale ebbe luogo sotto Alessandro II, alla fine del 1861. Il Barone Korf, direttore della biblioteca, ricevette una notifica da parte del Ministro della Corte, con la quale gli segnalava che «Sua Maestà l’Imperatore, in ragione della necessità di installare nell’Ermitage oggetti d’arte rari e preziosi ‹…› ha ordinato: delle biblioteche che si trovano all’Ermitage, inclusa la Biblioteca di Voltaire, [bisogna] lasciare [all’Ermitage] soltanto le edizioni che concernono le belle arti, la loro storia e l’archeologia, così come la biblioteca russa predisposta per i servitori. Tutte le altre biblioteche sopra menzionate, come la totalità dei manoscritti conservati all’Ermitage, senza escludere quelli ornati di pitture in miniatura, devono essere trasferite alla Biblioteca imperiale pubblica».

La Biblioteca di Voltaire fu sistemata nella sala ovale del primo piano, che accoglie oggi i fondi russi. La statua di Houdon ne fece parte fino al 1887, quando ritornò all’Ermitage.

Statua di Voltaire nella Sala Ovale della Biblioteca pubblica
Statua di Voltaire nella Sala Ovale della Biblioteca pubblica
Jean-Antoine Houdon. Statua di Voltaire nella Sala Ovale della Biblioteca  pubblica imperiale
Jean-Antoine Houdon. Statua di Voltaire nella Sala Ovale della Biblioteca pubblica imperiale
Jean-Antoine Houdon. Statua di Voltaire nella Sala Ovale della Biblioteca pubblica imperiale
Jean-Antoine Houdon. Statua di Voltaire nella Sala Ovale della Biblioteca pubblica imperiale
La Biblioteca di Voltaire e la sua statua realizzata da Houdon. Sala Ovale della Biblioteca pubblica imperiale.
La Biblioteca di Voltaire e la sua statua realizzata da Houdon. Sala Ovale della Biblioteca pubblica imperiale.

Foto della seconda metà del XIX secolo.

Nel corso della Seconda guerra mondiale la biblioteca venne evacuata nella città di Melekess sul Volga (oggi Dimitrovgrad), e dopo il suo rientro a Leningrado (l’odierna San Pietroburgo), entrò a far parte del dipartimento della Riserva di libri rari.

La Biblioteca di Voltaire consta di 6.814 volumi compresi i manoscritti, ed oltre un terzo di essi presenta note di lettura di pugno del proprietario, i cosiddetti marginalia, dal termine latino margo (margine). In realtà, le note non si trovano soltanto sui margini, ma a volte anche su alcuni indici, pagine del titolo, risguardi, occhielli, segnalibri, etc. Vi si trovano segnalibri vergini, alcuni composti da frammenti di carta venuti in mano di Voltaire – carte da gioco, documenti contabili, minute di lettere, ritagli di giornale. Alcune pagine presentano delle orecchie, in altre si trovano fiori e fili d’erba, utilizzati in egual modo come segna-pagine, senza contare le macchie di caffè…

La Biblioteca di Voltaire non è la collezione di un bibliofilo, ma la biblioteca di lavoro di un filosofo. Si compone essenzialmente di edizioni del XVIII secolo: la maggior parte dei libri venne acquisita negli ultimi venti anni della sua vita, gli anni di Ferney, ma numerosi volumi entrarono in suo possesso prima di questo periodo.

Nell’insieme di questa biblioteca predominano i libri sulla storia, soprattutto le opere sulla storia della Francia (che rappresentano quasi un quarto del totale). Vi si trovano inoltre, grosso modo in pari quantità, testi relativi ad arte e letteratura, in cui le belle lettere e la drammaturgia francese del XVII e XVIII secolo sono le più rappresentate. Le opere di teologia, i lavori sulla storia della Chiesa e sul diritto canonico rappresentano invece un quinto del tutto. Le opere filosofiche risultano essere presenti in una quantità simile, ma leggermente inferiore, e sono testi di pensatori del XVII e XVIII secolo come Rousseau, Diderot, Helvétius, d’Holbach, Montesquieu, Bayle, Pascal, Cartesio, Malebranche, Locke, Hume, Toland, Leibniz ed altri.

La tragedia Saul, con correzioni e note di Voltaire
La tragedia Saul, con correzioni e note di Voltaire
Questa biblioteca serviva allo scrittore come strumento di lavoro per la composizione delle sue opere, vale a dire libri di storia e di filosofia, pièces teatrali, racconti, poemi, pamphlets. Wagnière racconta nelle sue memorie: «La memoria del Signor Voltaire era prodigiosa. Cento volte mi ha detto: “Guardate in quella tale opera, in quel volume, grosso modo a tale pagina, se non c’è questa cosa…..”, e succedeva raramente che si sbagliasse, anche se non aveva più aperto quel libro da dodici o quindici anni.»

La biblioteca comprende un gran numero di fonti storiche, note come Russica. Uno degli elementi che ne prova il carattere scientifico è il grande numero di raccolte di opere diverse che Voltaire definiva «pot-pourris», in cui faceva rilegare estratti di libri e periodici sugli argomenti di suo interesse.

Nel 2003 la Biblioteca di Voltaire vide attribuirsi una nuova collocazione in seno alla Biblioteca nazionale di Russia, creata grazie ad una collaborazione franco-russa stimolata da Nikolay Kopanev, all’epoca Direttore della Riserva dei libri rari, e sostenuta dai governi di Russia e Francia, in particolare dal Presidente francese Jacques Chirac. I lavori di ricostruzione iniziarono nel 2001 e sono stati completati nel 2003. La sala è stata inaugurata in occasione del trecentenario della fondazione di San Pietroburgo, il 28 maggio 2003, alla presenza dei Primi Ministri dei due Paesi, Mikhail Kassianov et Jean-Pierre Raffarin. Il Centro di Studi sul Secolo dei Lumi venne invece inaugurato, presso la stessa sede, nel 2004, ed il colloquio internazionale denominato Letture voltairiane vi riunisce da allora ricercatori di diversi Paesi.

La Biblioteca di Voltaire è aperta a visitatori e ricercatori ed è dedicata a perpetuare lo spirito di Voltaire: cultura, ragione, tolleranza ed apertura al mondo.